La terza stagione di Twin Peaks è tutta nell’affresco della Bank Of America

A volte le cose accadono per una coincidenza, ma se come me non credete nelle coincidenze, vi piacerà la storia che mi ha portato a dire che la terza stagione di Twin Peaks è tutta nell’affresco della Bank Of America, che è presente Corporate Center di Charlotte, North Carolina, dal 1992. Sarò breve nel preambolo e cercherò di esserlo anche nell’analisi comparativa. Se non volete leggere la storia di come ci sono arrivata, saltate subito al paragrafo dopo l’immagine.

Sin dalle prime analisi degli episodi non ho mai nascosto la mia attenzione nei confronti della biografia del giovane Jim Morrison, a mio avviso più volte citato da Gordon,  per  la sua presunta triste esperienza nel progetto Monarch. La visione di Sonny Jim è stata per me una rivelazione, o forse una conferma. Mentre ero a caccia di informazioni a proposito dei suoi anni giovanili, che potessero confermare i simboli presenti nella sua poetica, perfettamente congruenti con la simbologia di Twin Peaks, mi sono imbattuta in un libretto del 1975 intitolato The Bank Of America of Louisiana. Il libro porta la firma dell’allora ormai defunto Jim Morrison ed è edito, stranamente, da una casa editrice che pare lui avesse acquistato prima di morire, la Zeppelin. Pare che un giorno in una radio della Louisiana fosse apparso un tizio, che avesse rilasciato un’intervista al conduttore dicendo di essere Jim Morrison, di aver finto la propria morte, in accordo con i servizi segreti per cui aveva lavorato impersonando una rockstar, e di aver vissuto con il nome di William Castelberry, per poi scrivere un romanzo allegorico in cui un banchiere della Bank Of America, si nascondeva dal suo passato appunto di rockstar. La storia è diventata una specie di leggenda metropolitana sulla presunta morte di Morrison appunto. Quello che è interessante di tutto questo racconto è che lui affermò al conduttore radiofonico che effettivamente un Jim Morrison era morto, ma che a impersonare la rockstar, ce ne erano almeno due. Uno era lui, quello che scriveva i testi, il vero Jim, l’altro, orami defunto,  era quello che i servizi segreti mandavano spesso sul palco, o agli eventi, la rockstar vera, in sintesi. Un doppio. Mi piaceva questa cosa, e confermava anche in parte i miei sospetti a proposito dell’interesse di Gordon. Così ho iniziato a cercare il volume The Bank Of America of Louisiana, chiedendomi anche perché avesse scelto la figura di un banchiere della Bank Of America. Poi ho scoperto l’affresco che campeggia proprio nel Corporate Center della banca e qualcosa ha fatto clic nel mio cervello. Ecco l’affresco come si presenta diviso in tre pannelli, che poi vi farò vedere nel dettaglio:


Qualcuno avrà già capito, altri avranno già chiuso due righe fa, altri ancora saranno curiosi e seguiranno le analisi dei vari pannelli, magari ridendo di me, come in effetti anche io faccio. Non voglio giungere a interpretazioni d’insieme, ciascuno trarrà le sue conclusioni, solo porre l’accento su alcuni elementi del codice che ho ritrovato in questo affresco.

Iniziamo dall’affresco di destra in cui su un pavimento a scacchi, che ricorda, nella visione in prospettiva, quello della Red Room, o sala d’aspetto, o Loggia Nera, se preferite, campeggia un bambino, modello del “bambino ariano” . Il bambino viene “presentato” da personaggi abbigliati con indumenti eleganti, da uomini d’affari, che potrebebro anche essere rappresentanti politici. Tra loro, fuori dalla conversazione di tipo decisionale, un uomo afroamericano, anche egli con gli stessi abiti importanti, ma non altrettanto coinvolto. Il bambino nasconde una parte velata di rosso, come a indicare un evento insanguinato che adombra il suo passato. Vi dirò una cosa, alcuni teorici della cospirazione hanno indicato, nascosto tra le pieghe della manica destra, il nome di William, pensando al riferimento del nuovo erede al trono d’Inghilterra. I simboli dietro di lui ci appaiono ancora più evidenti: un picco, o una piramide, convogliatore d’energia; un albero che arde (fuoco cammina con me), riferimento al “cespuglio ardente” di grande importanza nel rito massonico di 33mo grado, al cospetto di cui c’è inerme  un cittadino (forse americano visti gli abiti che indossa; un cubo, già evidenziato come simbolo di Saturno, in tutto simile al box di vetro costruita a New York, e in cui nel secondo episodio Cooper appare; all’interno del cubo una donna sospesa, a indicare forse la vittima prescelta di un rito sacrificale satanico; le scale verso il cielo, noto simbolo massonico, classico simbolo di ascensione all’illuminazione, che subito mi hanno fatto pensare alle scale disegnate da Dougie nelle sue correzioni ai documenti che Bushnell gli aveva affidato; il sole nero, primo stadio alchemico dell’Opus Magnum.

Nella seconda tavola il caos regna sovrano. Si tratta di quella che molti teorici della cospirazione chiamano seconda fase dell’Agenda Segreta del Nuovo Ordine Mondiale. La repressione, le armi chimiche, ma soprattutto una strana sensazione di contemporaneità di tante epoche diverse insieme. Come se uomini del futuro si mischiassero a eventi accaduti in altre epoche. Notate gli abbigliamenti. A separare la terra dal cielo una rete, una barriera. ma siccome “come in cielo così in terrà” quell’intreccio di vite contemporanee, diventa un vortice di anime che si mischiano in un percorso circolare, ardendo nelle fiamme (dell’inferno?). Ma è la terza tavola dell’affresco che mi ha convinto di questo parallelismo. Siete pronti?

Ecco qui gli uomini armati delle famose “golden shovels”, le pale d’oro del dottor Amp. Anche qui i cospirazioni individuano un percorso della famosa “hidden agenda”, il piano segreto. L’ultima tappa, la “missione compiuta”. Gli uomini in terra ora sono illuminati, tutti votati alla costruzione di un’opera che sia guidata da Saturno, che , come l’iconografia di epoco romana (come già avevamo notato in un grande quadro presente al Great Northern, dorme tra i campi di grano, essendo egli Dio dell’Agricoltura, oltre che Signore del Tempo. E’ lui il sognatore, colui che decide, e nell’ideale di grandezza e libertà, ogni uomo che ha scavato la sua “via fuori dalla merda”, ha in realtà partecipato alla grande missione di costruzione di quel grande Nuovo Ordine Mondiale.

Fantasioso eh? Direi di sì. Risibile persino.

Non credo a una parola, ma la congruenza delle pale d’oro mi ha fatto tremare i polsi. A voi no, immagino. Bravi fate bene. Compratevi una pala d’oro, tuttavia. Non si sa mai arrivasse un momento buono per scavare.

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2 comments

  1. Porca paletta (d’oro). Appena ho visto il quadro (d’insieme) sono tremati i polsi anche a me. Ma il sole nero l’ho associato ai vortici che si aprono nei cieli di Twin Peaks trascinandosi dietro la gente nella dimensione del Fuochista.

    Comunque.

    A quest’ora, Diane, avrai già visto l’episodio 16 e temo le conseguenze di ciò sulla tua psiche.
    Attendo l’interpretazione che ne darai.

  2. Prendiamolo con le pinze questo estratto… ma le “coincidenze” saltano all’occhio

    Peter Moon, a pagina 172 del suo libro ‘The Black Sun’, ci dice che,

    “La Vril Society iniziò nello stesso periodo della Thule Society, quando Karl Haushofer fondò i “Bruder des Lichts”, che significa Fratelli della Luce, a cui talvolta si fa riferimento nella Loggia Luminosa.

    Questo gruppo è stato infine ribattezzato Vril Gesellschaft, in quanto metteva in risalto e univa le tre società principali:

    i Signori della Pietra Nera, che è emersa dall’Ordine Teutonico nel 1917

    i Cavalieri Neri della Thule Society

    il Sole Nero, in seguito identificata nell’élite delle SS di Heinrich Himmler

    Mentre la Thule Society finiva per concentrarsi principalmente su programmi materialistici e politici, la Vril Society poneva la sua attenzione sul “Lato Opposto”.

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