Cities of the Red Night 1

Cities of the Red Night

Immagino Gordon/Lynch tamburellare con le dita seduto in poltrona, dopo la meditazione: «Oh Lolita,  luce della mia vita, fuoco dei miei lombi, perché mi spezzi il cuore nascondendomi segreti in un diario dove parli di un futuro passato? Ma come raccontare domani, anzi no ieri, il futuro di una storia  già successa che puo’ succedere ancora e ancora e ancora, fino a cambiare per sempre? Ah già, con l’utopia reatroattiva!».  Si alza dalla poltrona, si scompiglia i capelli e va a prendere Cities Of The Red Night di William Borroughs.  «Vediamo. Pirati, pirati… Società anarchica…. una comunità finalmente libera dal potere, ma in un tempo che ancora non c’è, tentando di riscrivere la storia. Una civiltà distrutta da un virus e un uomo scomparso in Grecia. In un altro spazio e tempo, un investigatore privato usa un registratore per raccogliere indizi necessari a riscrivere la storia, forgiando degli “originali” che si sostituiscano alle “copie”. Questo perchè gli “Iguana Twins” l’hanno informato del fatto che un virus è una “copia” e ricordandogli che “Le uniche cose non preregistrate in un universo preregistrato sono le preregistrazioni stesse.” In fondo basta ricordare che “Nothing is true, everything is permitted”.» Deve poi essersi fatto un caffè ripetendo ad alta voce “We live inside a dream” e “No Hai Banda”. Ha telefonato a Mark Frost, blaterando qualcosa a proposito di Logge Nere e Bianche e per rilassarsi, nell’attesa che Frost lo raggiungesse, ha riguardato The Shining per la centesima volta.

Mi perdonerete mai per questa irrispettosa visione del nostro eroe alle prese con mostri sacri di cui mai si dovrebbe far menzione in un blog come questo? Credo di no, quindi Addio!, è stato bello farsi leggere da voi.

William Burroughs

C’è solo una cosa che posso dire a mia discolpa: sono una segretaria. Il mio compito fino a qualche anno fa era sistemare l’ufficio, tenere in ordine documenti governativi, preparare il caffè e archiviare minicassette. Poi Dale ha iniziato a dare i numeri e così mi sono detta che qualcosa doveva esserci sfuggito. Ne ho parlato con Gordon che come al solito mi ha risposto con un rebus. Per questo ripercorro da anni tutta la vicenda, collego indizi e tento di dare un senso ai farfugliamenti di Cole. La nuit n’èst pas terminè. La strada per uscire dalla notte è ancora lunga e c’è tutto il tempo per leggere la meravigliosa trilogia “Della Notte Rossa” di Borroughs, che mai avrei potuto recensire, non avendo io gli strumenti del critico letterario. Posso però, come voi, goderne della lettura, anche senza farmi troppe domande.

Almeno fino a quando non arriva il momento di ammettere che Lynch quegli strumenti di comprensione deve invece averli avuti, per ispirarvisi a tal punto. Buona lettura.

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